
Trama
Corea 1950. Siamo in un ospedale da campo in zona di guerra, durante la guerra del 53 parallelo. Medici e infermieri se la spassano in clima grottesco e goliardico, ma quando c’è da “lavorare” per “rattoppare” i feriti che arrivano dal fronte dimostrano tutte le loro capacità. Tratto dall’omonimo film di Robert Altman, che nel 1970 (anno della sua uscita) ebbe un successo strepitoso.
Un prodotto, che però manca di quella dose di follia presente nel film, e probabilmente anche degli attori che erano presenti nella pellicola di Altman (Donald Sutherland, Elliott Gould, Robert Duvall, Tom Skerritt, etc.), che davano al film quel valore aggiunto che qui, nonostante gli attori cerchino di essere all’altezza, manca. Parlavamo della vena di follia, lì, nel film, era una follia assolutamente grottesca, qui è una follia più ironica. Il film era, sotto sotto, una violenta critica alla follia della guerra, quindi Altman esasperava il concetto di follia con dei personaggi che andavano oltre il limite. Qui la follia della guerra viene ridimensionata e vediamo scivolare su una passerella situazioni più o meno comiche, più o meno drammatiche o esilaranti, senza quella forza necessaria per abbandonarsi del tutto alle storie. Si è sempre ad di qua della schermo, mai al di là. Detto ciò M.A.S.H. televisivo strappa più di una risata, e per essere un prodotto realizzato in pieno Vietnam, rimane pur sempre un prodotto coraggioso, oltre che gradevole. 24 episodi che mostrano i punti di forza e le debolezze dei vari protagonisti, su tutti “Occhio di falco” e “Trapper”, che ci accompagnano in questo delirio chiamato “Guerra”.